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Tellaro

 LA FAVOLA DEL POLPO

la favola del polpo

La leggenda a cui fa riferimento la lapide marmorea, posta a lato della chiesa, è nata come conseguenza dei molteplici tentativi d’incursione portati dai pirati nei secoli passati, ma sempre respinti dalla coriacea resistenza e dalla capacità di difesa dei Tellaresi.

Al di là della tradizione orale che ci ha tramandato questa leggenda (non l’unica!), molti sono stati gli artisti e i letterati che l’hanno narrata attraverso la pittura e la scrittura (uno fra tutti Mario Soldati).

Noi ve la proponiamo con le semplici e ammirate parole usate da D.H. Lawrence, quando in una sua lettera inviata a W. E. Hopkin datata Fiascherino 18 dicembre 1913, così scriveva: “… Il nostro villaggio è Tellaro. Sale a picco dagli scogli del mare, un nido di pirati, poco più di 200 anime. La chiesa si erge sull’acqua. Una leggenda racconta che una volta, di notte, la campana della chiesa cominciò a suonare senza smettere. Gli abitanti si svegliarono spaventati, mentre la campana continuava a suonare misteriosamente. Poi si scoprì che la corda della campana era caduta sul bordo della scogliera, tra le rocce, un grosso polpo era riuscito a prendere la cima e tirarla, il che è possibile. Gli uomini vanno a pesca di polpi con un’esca bianca e una lunga fiocina. Ne prendono di grandi, a volte di tre chili o tre chili e mezzo di peso. Non ho mai visto niente di così diabolicamente brutto, ma sono buoni da mangiare”.

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La favola del Polpo
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