Itinerari per Bambini
e Famiglie

SCARICA BROCHURE

CASTELLO DI LERICI

Passeggiate fino ai piedi della cinta muraria del Castello di San Giorgio, inerpicatevi – lentamente – sulla panoramica scalinata che, passando attraverso il borgo fortificato, vi conduce al maestoso ingresso del Maniero. Osservate la torre e la pianta poligonale che sembrano essere il prolungamento naturale della roccia che si staglia contro il mare. Immaginate un tempo lontano, fatto di silenzi, di mareggiate e incursioni corsare. Passeggiate al suo interno, ammirate gli stili che si susseguono in questo maestoso tempio di roccia, l’eleganza della Cappella di Santa Anastasia custodita al suo interno come fosse uno scrigno.

Raggiungete la panoramica terrazza da cui potrete godere una vista mozzafiato e fatevi appassionare dalle leggende che popolano questo luogo: da quelle misteriose dei fantasmi che appaiono e scompaiono tra le mura fortificate, a quelle di Madì, la “Regina dei gatti”, la stravagante Castellana, una moderna regina amata dal suo popolo.

Le nostre legende: Madì la signora dei gatti.

Maddalena De Carlo detta “Madì”, nata il 23 ottobre 1902, in gioventù è stata una splendida ragazza bionda. Da giovane ballava sia il classico che leggero, era velista, ed era la chiromante preferita del principe Aimone, ha avuto cento pretendenti, ma non si è mai voluta sposare: “Un marito mi avrebbe proibito -spiega Madì -di andare a pescare di notte di camminare scalza anche d’inverno, di portare abiti scollati e pieni di fantasia”. Anima libera, altruista, generosa, durante la guerra era stata staffetta partigiana.

Passeggiava accompagnata da una scimmietta che le stava sulla spalla, aveva tanti piccioni come amici e gattini che le facevano compagnia. Tutto poi è nato nel 1950, quando Madì scorse davanti al castello alcuni giovani nomadi, da quel giorno, diede vita all’Ostello della gioventù di Lerici e ne divenne la guardiana.

I grandi e freddi cameroni del Castello di Lerici, che avevano accolto molti prigionieri, furono trasformati in dormitori, per i nomadi di tutto il mondo che arrivarono a Lerici numerosi, invogliati da una bella vista e da un’ospitalità offerta a meno di 100 lire.

Madì ricevette regali da tutto il mondo, e la sua camera da letto diventò una sorta di museo.
Venne incoronata nel 1955 la “Regina dei Nomadi di tutto il Mondo” e ricevette corona e scettro a simbolo del suo riconoscimento. Da
allora Maddalena De Carlo ricevette una media di 50 lettere al giorno. Negli anni successivi le missive diventarono migliaia provenienti da
ogni parte del globo, di lei scrisse perfino Hemingway!

SCARICA BROCHURE

SAN TERENZO

Piccolo borgo marinaro, nato come paese di pescatori, diventa rifugio per artisti e intellettuali.

Soggiornarono qua infatti, a Casa Magni, nel 1822, Percy Bysshe Shelley e la moglie Mary, che trascorsero in questo luogo, una parte della loro vita. Nel 1892, sarà il pittore svizzero Arnold Bocklin, a lasciare traccia di San Terenzo sulla tela. Mary è particolarmente famosa… per aver creato uno dei mostri più conosciuti al mondo: Frankenstein!

Nel 1933, sarà la volta di Virginia Woolf che, in un hotel del luogo, soggiornerà per alcuni giorni.
Più recentemente, nella bellissima Villa Marigola, posta a metà strada tra Lerici e San Terenzo, furono accolti personaggi illustri, uno dei più importanti fu lo scrittore Sem Benelli.
Le sue casette colorate, addossate alla spiaggia, spiccano nella loro connotazione tipicamente ligure. Dall’alto dello sperone roccioso, appare il Castello, proprio sopra la suggestiva Piazza Brusacà, che si presenta al visitatore come una terrazza affacciata sula Mare. Il paese si chiuse, sul lato opposto, con una villetta gialla con torretta: proprio lì un piccolo parco giochi è spesso affiancato da una tradizionale giostra: mentre i bambini giocano,genitori possono godersi il soleggiato lungomare di San Terenzo.
La spiaggia del paese è la più adatta per i piccoli nuotatori: le acque sono basse, calde e accoglienti, al riparo dalle onde più forti.
Dietro il Castello, invece, troviamo la piccola spiaggia della “Marinella”, collocata in una meravigliosa insenatura, riparata dai venti del Nord, ci regala un’atmosfera più intima e raccolta, in cui concederci relax e pace nei luoghi della poesia.

Le nostre leggende: L’albero del sale. Racconta una vecchia leggenda che in tempi passati, a San Terenzo, viveva in una piccola casa, fuori dal paese, una vecchia con i suoi due nipoti, orfani di padre e di madre. L’anziana signora era molto povera, e spesso faticava a recuperare il cibo per i suoi piccoli bambini. Non aveva infatti un marito, che si occupasse di lei e le forze fisiche iniziavano a mancarle. Per fortuna, nel paese, c’era sempre qualche spirito generoso che le veniva in aiuto. Una mattina, dopo una notte burrascosa, la vecchia si recò coi suoi due nipoti, sulla spiaggia, e li, vicino alla battigia ecco comparire un vecchio tronco ricurvo, irregolare e nodoso. La donna si sedette sul tronco e contemplando i due nipotini che felici giocavano sulla riva, si commosse e pianse pensando alla difficile condizione economica in cui si trovavano.
Le lacrime bagnarono il tronco. Il giorno seguente, quando l’anziana signora, tornò a far visita all’albero, si accorse che dove le sue lacrime avevano toccato il tronco si erano creati dei piccoli depositi di sale. Il sale, all’epoca era un bene molto prezioso, lo si poteva scambiare con altre merci quali: pane, latte, uova. Così la donna poté ricavare del cibo utile per sfamare la sua famiglia.
Per molti giorni a seguire, l’albero continuò a produrre sale, e la donna riuscì a riempire la sua dispensa di viveri e a mettere da parte un po’ di denaro per il futuro dei suoi nipoti. Una mattina l’albero, smise di regalare sale, la vecchia, guardando il suo tronco, scorse nella corteccia sembianze umane di un volto amico, grazie al quale era riuscita a sollevarsi dalla miseria e a garantire serenità e benessere alla sua piccola famiglia.

Il Racconto “L’albero del Sale”, è tratto dalla Raccolta “Storie e leggende di Lerici e Val di Magra” di Mauro Biagioni ed Enrica Bonamini, Illustrazioni di Francesco Musante- Edizioni Giacchè

SCARICA BROCHURE

TELLARO

Non si può dimenticare questo luogo se si vuole assaporare la Liguria più autentica, la chiesa a strapiombo sul mare, il borgo fortificato, i piccoli carrugi battuti dal vento, ci danno l’impressione di essere a bordo di una nave pronta a salpare. Borgo amato da scrittori celebri quali Lawrence, Tomlinson, Soldati, e Attilio Bertolucci sorge su un promontorio affacciato sul mare circondato da boschi e d ulivi. Una nota particolare merita la chiesa del paese, dalla posizione unica e magnifica, oltre la quale si estende soltanto mare all’infinito.
Dedicata a San Giorgio, la chiesa è luogo di sacralità e di tradizione perché è in essa che trae origine la famosa leggenda del Polpo Campanaro.

Le nostre leggende: Il polpo campanaro

La tradizione narra che gli abitanti di Tellaro avevano costruito una chiesa arroccata sul mare, nella quale era stanziata una sentinella, che in caso di incursione nemica, doveva avvisare la popolazione suonando le campane di allarme. Quella notte, c’era una burrascosa tempesta, e la sentinella andò a dormire tranquilla – e forse dopo aver bevuto un po’ troppo… –
credendo che nessuna nave si sarebbe messa per mare in quelle condizioni.
Accadde però che improvvisamente, a mezzanotte le campane, cominciarono a suonare e i tellaresi accorsero a salvare il proprio borgo, respingendo un’incursione saracena.
Quando gli abitanti giunsero alla chiesa, trovarono la sentinella che dormiva beatamente mentre un polpo, teneva le corde delle campane, era stato lui a dare l’allarme e a salvare dunque il paese dalle incursioni nemiche.
La leggenda trae le sue origini da un fatto realmente accaduto: L’incursione dei pirati saraceni che avvenne 1660 e ancora oggi, a rendere merito a quel polpo c’è una targa, apposta alla facciata della chiesa di San Giorgio.
Che sia stato o meno un polpo a suonare le campane, quel che è certo è che il campanile della chiesa ha origine da un’antica torre di guardia medievale: di sicuro per secoli – anche dopo essere stato trasformato in campanile – fu utilizzato per scrutare il lontano orizzonte … e sventare gli attacchi dal mare.

SCARICA BROCHURE

Castello di
Lerici

Scopri di più

Castello di
San Terenzo

Scopri di più