Lerici,
Sant’Erasmo – Patrono della gente di mare
I bambini di Lerici hanno sempre atteso questa festa quasi fosse Natale: a letto tardi, per vivere il momento magico di vedere il Santo partire con il battello. Da sempre le celebrazioni di Sant’Erasmo segnano il vero inizio dell’estate lericina, ricorrendo il primo fine settimana di luglio. Con una grande festa, processioni e gli immancabili fuochi d’artificio ad illuminare il cielo del Golfo dei Poeti che, in questa occasione, si ammanta di nuova poesia e di un fascino tutto speciale, grazie alla deposizione, a mare, di migliaia di lumini galleggianti.
Il culto di S. Erasmo è antichissimo e molto sentito a Lerici: viene invocato per placare le tempeste e come protettore dei naviganti e, più in generale, della gente di mare.
Ogni anno la statua del Santo patrono, che nel 2025, tra l’altro, sarà oggetto di un importante intervento di restauro conservativo, è imbarcata e portata davanti alla scogliera di Maralunga, dove viene deposta una corona di fiori per rendere omaggio ai caduti in mare, mentre imbarcazioni pubblihce private ospitano le centinaia di fedeli che assistono alla suggestiva rappresentazione.
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Sant’Erasmo, o Sant’Elmo, com’è anche conosciuto a Lerici e in gran parte del mediterraneo occidentale, è venerato a Lerici dal ‘400. Vescovo di Antiochia, e Martire, Sant’ Erasmo visse attorno al 300 d.C. e il culto fu portato in Liguria da marinai di Gaeta, nel decimo secolo. Da Gaeta la venerazione si estese a tante località marinare del Mediterraneo occidentale e in tante della riviera ligure (oltre a Lerici, Bonassola, Quinto, Sori, S. Margherita , Sestri Levante, località del Ponente), a Formia, a Barcellona, a Lloret de Mar, in Francia…
Nella chiesa di San Francesco, se ci soffermiamo ad ammirare il soffitto dipinto da Luigi Agretti nel 1932, possiamo vedere tra i tre affreschi rettangolari, inseriti in cornici di stucco, i temi centrali della devozione lericina: al centro campeggia la Glorificazione di San Francesco, cui è intitolata la chiesa, ai lati il miracoloso ritrovamentodella Madonna di Maralunga, con il Castello di Lerici sullo sfondo, e Sant’Erasmo che placa la tempesta.
La Madonna di Maralunga
Oggetto di secolare devozione, questa pregevole tavoletta, secondo la tradizione presenta un’iconografia unica nel suo genere: due immagini della Madonna con il Bambino, incorniciate in una bifora e divise da un’esile colonnina sovrastata dalla Colomba dello Spirito Santo. La Vergine di destra è circondata dagli angeli; quella di sinistra tiene in mano una rosa, mentre il Bambino reca un cartiglio che recita “Madre mia, io son contento, purché lopeccator si penta”. Nel pressi del ritrovamento, fu fondato un convento di frati agostiniani, soppresso dal governo francese alla fine del 700.
Nel corso dell’800 la preziosa icona fu definitivamente collocata nella Chiesa di San Francesco.
Patrono di Lerici, la Madonna di Maralungaviene celebrata solennemente il 25 marzo con una procesisone, riti liturgici e la tradizionale fiera che anima il lungomare lericino.
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A Pugliola si trova Villa Rezzola, antica dimora signorile immersa in un ampio giardino terrazzato che digrada verso il mare. La contessa Pupa Carnevale Miniati nel 2020 ha lasciato la Villa in eredità al FAI, affinché fosse valorizzata e fruibile al pubblico. Sorta già nel Settecento su resti medievali di origine militare, è stata ampliata e rimodernata nei due secoli successivi, fino all’acquisto, nel 1900, da parte della famiglia inglese Cochrane, cui si deve l’aspetto odierno dell’edificio e dei suoi splendidi giardini all’inglese affacciati sul Golfo dei Poeti. L’atmosfera romantica e lo stile “british” che si respirano all’interno della Villa, permettono al visitatore di ritrovarsi immerso in un’altra dimensione, quella degli intellettuali e dei ricchi borghesi anglosassoni che si incontravano nel Golfo di Lerici, all’interno di ville come questa, affascinati dal mito di Shelley e Byron. Tutt’ora nel Lericino è presente una nutrita comunità anglosassone che porta avanti questa tradizione.