di Robert Harling
Produzione
Corte Arcana
Isola Trovata
traduzione Carlo Sciaccaluga
regia Michela Andreozzi
con TOSCA D’AQUINO, ROCIO MORALES, EMANUELA MUNI,
EMY BERGAMO
Un racconto di sentimenti e di ironia che qualche volta è crudele ma mai cinico, o sarcastico. Storie di donne, grandi figure femminili che crescono, sbagliano, si confrontano, amano, odiano, combattono e qualche volta muoiono. Un’opera che si sofferma su cosa significhi essere donne e sull’importanza della solidarietà femminile. Che poi, tradotto in azione, significa conservare la propria identità, ritagliarsi un ruolo nel mondo, costruirsi uno spazio, intessere delle relazioni o alimentare dei conflitti e, malgrado tutto, essere capaci di unirsi. Fiori d’acciaio ci presenta un cast ricco e variegato, una banda di soliste, in grado di suonare insieme. Si susseguiranno ritratti di personaggi estremi ma capaci di ascoltarsi, o di imparare, strada facendo, ad accogliersi senza snaturarsi. L’opera è ambientata alla fine degli anni ’80, una collocazione temporale che ci permette di osservare un contesto appena trascorso e ci racconta che siamo già nel futuro. Lo stile di quel periodo, negli abiti, negli arredamenti, ma soprattutto nella musica, sono identificativi di un momento storico diventato ormai glamour. Ma è l’affetto la nota dominante, i sentimenti in tutta la loro pienezza e verità. Se c’è una cosa che le donne sanno fare, è essere terribili, spietate e capaci di affrontarsi, insomma, dei fiori di acciaio, senza mai smettere di amare.
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